Litiasi renale | ||
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Nefrolitiasi: quale portata?
di Marco Lombardi
La prevalenza della nefrolitiasi -una malattia che mostra
una correlazione diretta con lo stato di benessere [1]- oscilla tra il 4 ed il
10% nella popolazione generale adulta [2]. In uno dei Centri per lo studio della nefrolitiasi più affermati del nostro
Paese è stato calcolato che la percentuale di recidiva oscilla tra 70 e 80 [2]
e che i malati di calcolosi urinaria perdono 6.4 giorni lavorativi ogni anno,
2.6 dei quali passati in regime di ricovero (dati desunti da oltre 130 pazienti
seguiti con un follow-up medio di 12 anni [3]). Gli stessi autori hanno anche
dimostrato che l’insorgenza di insufficienza renale cronica di grado
lieve-moderato ha una frequenza del 20% [4].
Negli USA, nel 1989 la spesa medica per la nefrolitiasi
ammontava a 1.15 miliardi di dollari [5]. In Italia, ove la programmazione
lascia ancora ampi spazi all’improvvisazione, i costi effettivamente dovuti a
questa patologia restano un interrogativo: quante visite, prescrizioni mediche,
dietetiche, quanti ricoveri, quante manovre invasive, e sedute di litotripsia
vengono effettuate ogni anno? E quanti giorni lavorativi vengono effettivamente
persi in tutto il territorio nazionale?
Calati
in un contesto che tenga conto delle risorse allocabili, medici, specialisti ed
amministratori dovrebbero impegnarsi per quantificare i costi sociali ed
economici imposti da questa patologia e cercare di prevedere se le necessità
diagnostico-terapeutiche potranno e dovranno essere soddisfate.
Invece a differenza che per altri tipi di patologia,non è
nemmeno in fieri un dibattito tra medici ed amministratori sul costo-beneficio
della diagnosi e terapia della nefrolitiasi. Forse, perchè il retaggio è quello
che i costi complessivi per la nefrolitiasi sono elevati e le specifiche
risorse allocabili sono quasi dappertutto esigue. Marangella [3] ha valutato nel
1993 utilizzando il Tariffario
Generale Nomenclatore Regione Piemonte il costo delle indagini di
laboratorio per una valutazione ‘metabolica’ intorno alle 350.000 £.
E’ auspicabile che in un prossimo futuro si possa uniformare
su tutto il territorio la diagnosi ed il trattamento di questa malattia, grazie
alla diffusione di linee guida basate sull‘Evidence Based Medicine, una
valutazione attualmente di moda; ovvero utilizzando linee guida fondate
sull’oggettività della conoscenza derivata da studi su grandi numeri o dalla
loro metanalisi, piuttosto che dalla soggettività dell’esperienza. E’altresì
auspicabile che tutto non si risolva in un’analisi puramente economica volta a
minimizzar i costi senza tener conto dei vantaggi.
Di fatto un tangibile risparmio economico potrebbe essere
ottenuto con la prevenzione medica [5]; basti pensare all’importanza del medico
nel perseguire gli obiettivi per curare tale patologia.
Questo è un obiettivo che non può essere realizzato una
volta per tutte ma essere sostenuto dal ripetuto contatto con il paziente che
superata la fase acuta della malattia (colica renale) tende ad abbandonare le
prescrizioni suddette. Il paziente va anche aiutato nel non cadere nelle
trappole disseminate da pseudo-esperti che sui rotocalchi inducono i lettori a
praticare diete errate [6].
Infine in un trattamento razionale della nefrolitiasi,
occorre che venga superata la dicotomia tra medicina di base e medicina
specialistica. Nella stragrande maggioranza dei casi il paziente con
nefrolitiasi recidivante è affidato alle cure del medico di famiglia.
Quest’ultimo non sempre sente od ha la possibilità di rivolgersi a Centri
specializzati nello studio e terapia della nefrolitiasi. Come riportato altrove
[7],
ciò potrebbe essere uno dei principali motivi per il frequente mancato
inquadramento dei pazienti nefrolitiasici.
Bibliografia
1. Robertson
WC, Peacock M, Baker M, et al. Studies on the prevalence and epidemiology of
urinary stone disease in men in Leeds. Br J Urol 1983; 55; 595-8.
2.
Marangella M,
Vitale C, Petrarulo M. Valutazione metabolica della nefrolitiasi calcica. Giorn
Tecniche Nefrol Dial 1996; 8: 32-33.
3. Marangella
M. Metabolic evaluation of calcium nephrolitiasis. J Nephrol 1995; 8: 179-84.
4. Marangella
M. Bruno M, Cosseddu D. Prevalence of chronic renal insufficiency in the course
of idiopathic calcium stone disease: risk factors and patterns of progression.
Nephron 1990: 54; 302-6.
5. Pak CYC.
Role of medical prevention. J Urol 1989; 141: 789-801.
6.
Curhan
GC, Willett WC, Rimm EB, Stampfer MJ. A prospective study of dietary calcium
and other nutrients and the risk of symptomatic kidney stones. N Engl J Med
1993; 328: 833-8.
7. Lombardi M, Michelassi
S. Santoni R, Dolenti S, Amodei A. 1998. Valutazione metabolica della
nefrolitiasi recidivante. Giornale di
Tecniche Nefrologiche & Dialitiche 1998; X(1): 13-24.