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BMJ VOLUME 323 28 JULY 2001   

Il documento pubblicato dal BMJ riporta il sunto di un ponderoso dossier appena licenziato su una vicenda che ha appassionato e diviso la Gran Bretagna (GB) per anni interessando la stampa sia scientifica che normale (dal serioso “Times” londinese alla stampa popolare inglese sempre molta attenta agli aspetti scandalistici).Ed ecco alcuni brani del report:   

“Tra il 1991 e il 1995 dai 30 ai 35 bambini sottoposti a cardiochirurugia morirono all’ospedale di Bristol (GB). Questa mortalita’ risultava essere doppia rispetto al resto della GB”. E non solo: “.... circa un terzo dei bambini operati avevano ricevuto un trattamento meno che adeguato”Il sistema “ era pieno di pecche con poco spirito di di squadra tra i professionisti, troppo potere in poche mani e i chirurghi che non guardavano in loro stessi per vedere se sbagliavano e quindi per decidere se smettere di operare. Ma le pecche non erano solo dei chirurghi, un riesame di 80 casi dimostrava inadeguatezze ad ogni livello dal ricovero alla diagnosi, dalla chirurgia alla unita’ di cura intensiva.” . . . . . ... . . . . . . . . . . . “La organizzazione medica risultava pericolosa, con i chirurghi da una parte i pediatri lontani diverse centinaia di metri e fuori dall’ospedale. Il teatro operativo e la unita’ di cura intensiva erano su differenti piani e i bambini dovevano essere trasportati con un ascensore che poteva essere chiamato anche da altre persone”
 Un altro passaggio del report del BMJ e’ ancora piu’ drammatico:
 “Per una gran parte le mancanze e le disfunzioni erano sicuramente all’interno dell’Ospedale di Bristol, nella sua organizzazione e nella sua cultura, ma nello stesso tempo erano anche all’interno del piu’ ampio SSN. Cio’ significa che alcuni potevano ed anzi, potrebbero aver agito, in maniera difforme l’uno dall’altro e rispetto agli standard.”“C’era una mentalita’ insolente che, trattandosi di un ospedale di insegnamento, faceva ritenere di trovarsi in un posto di eccellenza. I medici discutevano i casi ma erano molto veloci nel negare aspetti sgradevoli che fossero emersi dall’analisi.Il primario apparteneva alla vecchia guardia che, dal canto suo, lo sosteneva. C’era una cultura dell’appartenenza ad un “club” riservato. Lo stile del management era punitivo l’ambiente non spingeva alla comunicazione e non incoraggiava alla franchezza.” 
Ancora a carico del SSN inglese: “Il SSN e’ ancora deficitario nell’imparare da cio’ che va male e non si e’ dotato di sistemi per il miglioramento. Cio’ deve cambiare. Anche oggi non e’ possibile smentire categoricamente che eventi simili non possano piu’ avvenire o che non stiano avvenendo proprio in questo momento. ......la meta’ delle raccomandazioni (circa 200 n.d.r.) potrebbero essere attuate a costo zero o con modesti sforzi” Il report si occupa poi del fatto che chi ha sollevato il velo di reticenze sul caso Bristol sia stato un medico che, a causa di cio’, e’ dovuto emigrare in Australia. Si consiglia poi l’adozione di un sistema non punitivo per chi riferisce negligenze o litigi che fanno parte della cultura della segretezza e della copertura.
Il report si chiude con alcune considerazioni ottimistiche: Stephen Thornton, capo della “NHS Confederation” dice: “Bristol ha fornito una straordinaria sforzo catalizzatore verso l’adozione degli standard. Noi non possiamo fornire nessuna assoluta garanzia che gli errori di Bristol non si verificheranno piu’, ma dovremmo essere in grado di garantire che non persistano nello stesso modo in cui si sono verificati a Bristol.”Ed ancora Ian Bogle, chairman of the BMA's council dice che si deve lavorare a tutti i livelli per fare in modo che “i problemi vengano affrontati alle prime avvisaglie in modo da fornire migliori informazioni ai genitori e ai pazienti e migliorare la sicurezza e la qualita’” 
Sullo stesso argomento c’e’ poi un editoriale con considerazioni ancora piu’ dure.  Richard Smith editor, BMJ:  
“Il report indica che non solo il SSN non ha sistemi per monitorare la qualita’ e le informazioni, ma anche che non c’e’ accordo su che cosa sia la qualita’. Manca un chiaro sistema per ottenere, implementare, migliorare la qualita’…… .. i medici pensano solo a loro stessi.”Ed ancora un pezzo molto forte e paradigmatico: “…. si e’ sviluppato un divario tra i livelli di risorse necessarie allo svolgimento degli obiettivi preposti e i livelli effettivamente disponibili. C’era una costante riduzione di personale infermieristico addestrato: Il livello degli specialisti era sempre sotto il livello considerato necessario dalle societa’ professionali. Il personale medico di grado intermedio (consultants equivalenti ai vecchi aiuti del SSN Italiano n.d.r) non poteva contare sul supporto dei piu’giovani. Ci si aspettava che curassero i malati invece che trovarsi a chilometri di distanza impegnati in consulenze sull’intero territorio. Alcuni impianti e attrezzature mediche sono state trovati con i buoni uffici della beneficenza.….I medici erano sempre di guardia e troppo occupati per comunicare (con i pazienti e tra di loro n.d.r.), ci si aspettava dai pazienti gratitudine, non pretese; la sicurezza e’ stata dimenticata e l’evidenza ignorata. Non esistevano ne’ la leadership ne’ la misura delle attivita’ Le istituzioni sono state dimenticate piuttosto che riformate, il governo si e’ concentrato sul contenimento dei costi, sul cambiare le strutture, sul tagliare le liste di attesa e minimizzare i problemi. Loro (al ministero n.d.r.) non sono interessati ai risultati, sono interessati a trattare il maggior numero di pazienti a costi i piu’ bassi possibile.”   

Fin qui l’editor del BMJ; credo che dopo queste parole non ci sia niente da aggiungere se non chiedersi se si sta parlando del Regno Unito o di ………   ?!?!

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Gli articoli originali:

 Bristol  inquiry .
One Bristol, but there could have been many
Open letter to the chief medical officer