NUTRIZIONE in NEFROLOGIA
Le norme per la somministrazione di prodotti ipoproteici nelle varie regioni

Dalla tesi di laurea di Irene Scargetta  su

Il ruolo dei prodotti ipoproteici; usi clinici e disponibilita' nel mercato"
parte 1 e parte 2 

dR.SSA IRENE sCARGETTA

e Grazie alla collaboraqzione di Plasmon Italia

 

 

 

EROGAZIONE DEI PRODOTTI DIETETICI IPOPROTEICI: Varie Realtà Regionali

 

Le evidenze clinico-scientifiche riferibili all’effetto positivo che i prodotti aproteici hanno sul paziente, al miglioramento della qualità di vita e alla diminuzione della spesa sanitaria nazionale, hanno portato ben il 90% delle regioni italiane a deliberare il rimborso dei prodotti aproteici ai pazienti nefropatici .

Attualmente l’unica regione a non aver deliberato in favore del rimborso per prodotti aproteici è il Molise.

            Un analisi più attenta a livello regionale, evidenzia delle differenze per  quanto riguarda il rimborso e la disponibilità dei prodotti aproteici che vanno a discapito della compliance del paziente alla dieta, minando il successo della dietoterapia.

 

La regolamentazione italiana attuale è sancita oggi dal Decreto del Ministero della Sanità dell’8 giugno 2001”Assistenza sanitaria integrativa relativa ai prodotti destinati ad una alimentazione particolare”(vedere allegato).

Questo elemento ha sostituito il vecchio decreto del 1 luglio 1982 ed è stato dato in delega al Ministero della Sanità per ottimizzare il vecchio decreto e quindi determinare la spesa sanitaria in termini più razionali.

A differenza del vecchio decreto è stata inserita una nuova situazione relativa all’erogazione gratuita di formule per lattanti nati ad madri sieropositive HIV.

L’erogazione gratuita è prevista per quei prodotti che sono all’interno di un registro nazionale stabilito ed attuato grazie alle decisioni del Ministero della Salute d’intesa con la Conferenza Stato- regioni. Naturalmente anche le regioni e le aziende di Unità Sanitaria Locale attivano adeguati sistemi di controllo sulla prevenzione e sulla prescrizione di prodotti.[1]

 

I modelli di erogazione sono classificabile essenzialmente in tre categorie:

 

-                     Modello a centralità regionale: listino fissato dalla regione con distribuzione presso le farmacie aperte al pubblico e limite di spesa definito

-                     Modello a centralità ASL: acquisto con gara da parte delle ASL e distribuzione presso le farmacie aziendali con/senza limite di spesa definito

-                     Modello a centralità territoriale:  presso farmacie aperte al pubblico con / senza limite di spesa definito

-                     Accordi aziendali

 

Modello a centralità regionale

 

In questo tipo  di approccio il listino dei prodotti viene individuato mediante un accordo tra Regione- Fornitori e farmacia stabilendo un limite di spesa mensile e distribuendo i prodotti attraverso le farmacie territoriali private.

I vantaggi ricadono nell’eliminazione degli sprechi per le rimanenze in magazzino con conseguente risparmio dei costi di gestione amministrativa e soddisfacimento del paziente in termini di offerta e reperibilità; qualora il paziente desiderasse un prodotto che, dall’accordo, non è da listino  questo non sarà rimborsato.(limite)

 

Modello a centralità ASL

 

Le ASL  mediante gara d’appalto acquistano prodotti che verranno distribuiti attraverso le farmacie aziendali.

Per il rimborso viene stabilito un limite di spesa mensile che avverrà secondo le diverse disposizioni regionali.

In questo caso il vantaggio è che si assiste ad un contenimento massimo della spesa per prodotti da acquistare ma i limiti risultano essere diversi infatti, c’è un aggravio di spesa per le rimanenze di magazzino, c’è un offerta limitata con conseguente insoddisfazione del paziente in termini di offerta e reperibilità.

 

 

Modello a centralità territoriale

 

In questo caso la distribuzione dei prodotti avverrà attraverso farmacie territoriali convenzionate ed il limite di spesa mensile è diverso a seconda delle scelte delle regioni.

I vantaggi di questo tipo di modello sono il soddisfacimento del paziente in termini di offerta e reperibiltà; risparmi nei costi di gestione amministrativa ed eliminazione degli sprechi per rimanenze in magazzino; è maggiore, però, la spesa per l’acquisto dei prodotti (limite).

 

 

 

 

Mediante accordi aziendali

 

Le ASL e le farmacie si accordano per definire il prezzo del rimborso, costituendo il listino dei prodotti; tutti i fornitori possono aderire.

La distribuzione avverrà attraverso le farmacie.

Anche in questo caso i prodotti che non rientrano nel listino saranno a carico del paziente ma adottando questo modello si elimineranno gli sprechi  a causa delle rimanenze in magazzino e conseguenti risparmi sui costi di gestione amministrativa.

 

La regolamentazione della fornitura dei prodotti risulta essere fortemente differenziata (tab.9); le scelte distributive sono differenti tra Regioni e tra ASL della stessa regione(es.Toscana) e spesso i pazienti vengono penalizzati in ragione della residenza.

 

Tab. 9

REGIONE

RIMBORSO

SPESA MENSILE RIMBORSATA

 

 

 

Valle D’Aosta

SI

 

Piemonte

SI  

120 €

Lombardia

SI

 

Trentino Alto Adige

Trento SI

Bolzano NO

 

Veneto

SI

100 €

REGIONE

RIMBORSO

SPESA MENSILE RIMBORSATA

 

 

 

Liguria

SI

 

Emilia Romagna

SI

60- 100 € in base al GFR

Toscana

SI

50€

Umbria

SI

90€ + ticket

Marche

SI

41 €

Lazio

SI

 

Abruzzo

SI

25 €

Molise

NO

 

Campania

SI

 

Puglia

SI

 

Basilicata

SI

100 €

Calabria

SI

100 €

Sicilia

SI

60-109 € in base al reddito

Sardegna

SI

 

si[2]

 

 



[1] Copparoni R direttive del ministero della salute .Atti convegno Modena  Andid Notizie 2001; suppl.4

[2] la richiesta della quantità mensile di prodotti a fini speciali è a discrezione del medico