Raccomandazioni per la Prevenzione ed il Controllo
dell’Infezione da HCV in Dialisi |
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INDICE DEI CONTENUTI Presentazione Comitato Stesura Glossario * Introduzione Un problema nel problema * Epidemiologia Modalità di trasmissione infezione Trasfusionale, trapianto, tossicodipendenza Nosocomiale Occupazionale Sessuale Incidenza e prevalenza Generalità Il setting della dialisi Prevenzione Il razionale dell’EDTNA\ERCA Raccomandazioni per la prevenzione primaria Generalità Precauzioni per i tutti i pazienti: precauzioni standard Il setting della dialisi Precauzioni per i pazienti emodializzati: precauzioni speciali Monitor dedicati ai pazienti HCV+ L'isolamento dei pazienti HCV+ Monitoraggio antiHCV Raccomandazioni per gli operatori sanitari Il rischio professionale in emodialisi In caso di contaminazione Cenni di terapia Storia naturale dell’infezione in dialisi Chi dovrebbe essere trattato? Appendice: Carta d'identità del virus C
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APPENDICE Carta
d’identità del virus C Il virus C, responsabile della trasmisione dell’epatite C, è un virus composto da un involucro sferico (capside) le cui dimensioni sono di circa 50-60 nm di diametro [68]. All’interno del capside è contenuto il corredo genetico (genoma) costituito da una singola catena di RNA (Fig.5). Il genoma virale, è responsabile della costituzione (codifica) delle particelle virali strutturali (i costituenti del virus) e non-strutturali (quelle atte alla maturazione e replicazione del virus) (Fig.5). Sfortunatamente
la parte del genoma che codifica le proteine dell’involucro, è in grado di
cambiare i propri connotati immunologici sottraendosi alle difese poste in atto
dal sistema immunitario dell’organismo infettato. In base a ciò il virus C è
stato classificato in 6 principali genotipi omologhi al 65% circa ed altri
numerosi sottotipi omologhi al’80% circa [69] di cui è stata dimostrata una
diversa distribuzione geografica [70] (Fig.5
e Tab.III). La
sua capacità di conservare la carica infettante nell’ambiente è ancora in
fase di studio; è stabile in ambiente a pH basico (ph 8); i primi dati
dimostrano che possiede una capacità di sopravvivenza sino a 20 ore [71]. L’inattivazione
è stata dimostrata con cloroformio, etere ed altri solventi lipidici,
formalina, calore secco (100°C per 5 minuti o 60°C per 10 ore), con prodotti a
base di cloro (ipoclorito di sodio al 10%, dicloroisocianurato, cloro
elettrolitico, cloramina, etc), di glutaraldeide 2%, di fenoli al 2%, di
Clorexidina 4%, con tempi di contatto variabili certamente superiori ai 60
minuti [72]. Tabella
III. Principali Genotipi e
sottotipi sec. Simmonds e loro distribuzione geografica
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